13 febbraio 2010

14 FEBBRAIO 2010
Domenica dei Latticini – S. Aussenzio

TROPARI

Della Domenica: To fedhròn tis anastàseos kìrighma ek tu anghèlu mathùse e tu Kirìu mathìtrie, ke tin progonikìn apòfasin aporrìpsase tis Apostòlis kafchòmene èlegon: Eskìlefte o thànatos, ignèrthi Christòs o Thèos, dhorùmenos to kòsmo to mèga èleos.

Della titolare della Parrocchia: En ti ghennìsi tin parthenìan efìlaxas, en ti kimìsi ton kòsmon u katèlipes, Theotòke. Metèstis pros tin zoìn, Mìtir ipàrchusa tis zoìs ke tes presvìes tes ses litrumèni ek thanàtu tas psichàs imòn.

Kontàkion: Ti ipermàcho stratigò ta nikitìria, os litrothìsa ton dhinòn evcharistìria anagràfo si i Pòlis su, Theotòke. All’òs èchusa to kràtos aprosmàchiton, ek pandìon me kindhìnon elefthèroson, ìna kràzo si: Chère, Nìmfi anìmfevte.

EPISTOLA (Rom. 13,11-14,4)

Fratelli, la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri. Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni. Uno crede di poter mangiare di tutto, l’altro invece, che è debole, mangia solo legumi. Colui che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto. Chi sei tu per giudicare un servo che non è tuo? Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone; ma starà in piedi, perché il Signore ha il potere di farcelo stare.

VANGELO (Mt. 6,14-21)

Disse il Signore: “Se voi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il vostro tesoro, sarà anche il vostro cuore”.

OPISTHAMVONOS

Ti ringraziamo, o Cristo Dio nostro, che ci hai fatto giungere al presente digiuno per la nostra salvezza, avendo tu affidata a un così modesto rimedio la cura delle più grandi ferite delle anime nostre, acquistandoci il perdono dei molti peccati. Te ne supplichiamo, o benignissimo: allontana dai nostri digiuni la superbia dei Farisei e la tristezza affettata dei Giudei, recidendo da noi ogni compiacenza che ci si potrebbe ridestare dalla penitenza. Ma soprattutto tienici lontani da qualsiasi opera, parola, o pensiero proibito, e riempici invece della luce e della verità dello Spirito Santo secondo i tuoi disegni. Fortificaci nella lotta che dobbiamo sostenere contro le passioni: corroboraci nell’agone contro il peccato, alenandoci con l’astinenza dai cibi e con l’allontanamento dalla colpa, a seguire Te che col digiuno ci hai dimostrato come si vince il diavolo e come si deve aver parte nella tua morte e risurrezione per poi godere della gloria eterna che tu hai preparata a coloro che hanno fame e sete della giustizia. Poiché tu sei buono e amico degli uomini, e noi rendiamo gloria a Te, Padre, Figlio e Spirito Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

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