3 settembre 2011

04 SETTEMBRE 2011

XII Domenica di S. Matteo
S. Babila, vescovo di Antiochia, ieromartire
S. Mose profeta



TROPARI



Della Domenica: Effrenèstho ta urània, agalìastho ta epìghia, òte epiìse kràtos en vrachìoni aftù o Kìrios; epàtise to thanàto ton thànaton, protòtokos ton nekròn eghèneto; ek kilìas Adhu errìsato imàs ke parèsche to kòsmo to mèga èleos.

Di S. Babila: Ke tròpon métochos, ke thrònon dhiàdhochos ton Apostòlon ghenòmenos, tin pràxin èvres, theòpnevste, is theorìas epìvasin; dhià tùto ton lògon tis alithìas orthotomòn, ke ti pìsti enìthlisas mèchris èmatos, Ieromàrtis Vàvila. Présveve Christò to Theò sothìne tas psichàs imòn.

Della titolare della Parrocchia: En ti ghennìsi tin parthenìan efìlaxas, en ti kimìsi ton kòsmon u katèlipes, Theotòke. Metèstis pros tin zoìn, Mìtir ipàrchusa tis zoìs ke tes presvìes tes ses litrumèni ek thanàtu tas psichàs imòn.

Kontàkion: Ioakìm ke Anna onidhismù ateknìas, ke Adhàm ke Eva ek tis fthoràs tu thanàtu ileftheròthisan, Achrante, en ti aghìa ghennìsi su. Aftìn eortàzi ke o laòs su, enochìs ton ptesmàton litrothìs en to kràzi si. I stìra tìkti tin Theotòkon ke trofòn tis zoìs imòn.

EPISTOLA (1Cor. 15,1-11)

Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l’ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono l’infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. Pertanto, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

VANGELO (Mt. 19,16-26)

In quel tempo un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Egli rispose: "Perchè mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso". Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze. Gesù allora disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli". A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile".

16a SETTIMANA DI SAN MATTEO

5 – L – S. Zaccaria profeta, padre del precursore
2Cor. 8,7-15 Mc. 3,6-12

6 – M – Memoria del miracolo avvenuto a Colossi per opera dell’arcangelo Michele

Eb. 2,2-10 Lc. 10,16-21

7 – M – S. Sozonte martire
2Cor. 9,12-10,7 Mc. 3,20-27

8 – G – NATIVITA’ DELLA SANTISSIMA SOVRANA NOSTRA LA MADRE DI DIO

Filip. 2,5-11 Lc. 10,38-42.11,27-28


9 – V – Ss. Gioacchino e Anna, progenitori di Dio – S. Severiano martire
Gal. 4,22-27 Lc. 8,16-21

10 – S – Ss. Menodora, Metrodora e Ninfodora, martiri
1Cor. 2,6-9 Mt. 10,37-11,1

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