29 ottobre 2011

30 OTTOBRE 2011
V Domenica di S. Luca – Ss. Zenobio e Zenobia, martiri

TROPARI

Della Domenica: Effrenèstho ta urània, agalìastho ta epìghia, òte epiìse kràtos en vrachìoni aftù o Kìrios; epàtise to thanàto ton thànaton, protòtokos ton nekròn eghèneto; ek kilìas Adhu errìsato imàs ke parèsche to kòsmo to mèga èleos.

Dei santi: I màrtires su Kìrie, en ti athlìsi aftòn stefànos ekomìsanto tis aftharsìas ek su tu Theù imòn; èchontès tin ischìn su, tus tirànnus kathìlon, èthravsan ke dhemònon ta anìschira thràsi; aftòn tes ikesies, Christè o Theòs, sòson tas psichàs imòn.

Della titolare della Parrocchia: En ti ghennìsi tin parthenìan efìlaxas, en ti kimìsi ton kòsmon u katèlipes, Theotòke. Metèstis pros tin zoìn, Mìtir ipàrchusa tis zoìs ke tes presvìes tes ses litrumèni ek thanàtu tas psichàs imòn.

Kontàkion: O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Thèu, sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo: in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànios.

EPISTOLA (Gal 1,11-19)

Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore.

VANGELO (Lc. 16,19-31)

Disse il Signore: “C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi”.

7a SETTIMANA DI SAN LUCA

31 – L – Ss. Stachys, Apelle, Ampliato, Urbano, Aristobulo e Narciso, apostoli, tutti dei 70 discepoli – S. Epimaco martire
Fil. 4,10-23 Lc. 11,29-33

1 – M – Ss. Cosma e Damiano, anàrgiri

1Cor. 12,27-13,8 Mt. 10,1.5-8

2 – M – Ss. Acindino, Pegasio, Aftonio, Elpidoforo e Anempodisto, martiri
Col. 1,18-23 Lc. 11,42-46

3 – G – Ss. Acepsimà, Giuseppe ed Aitalà, martiri – Memoria della dedicazione del tempio del santo megalomartire Giorgio a Lidda, cioè della deposizione del suo corpo venerabile
Col. 1,24-2,1 Lc. 11,47-12,1

4 – V – S. Giovanniccio il Grande, dell’Olimpo – Ss. Nicandro vescovo di Mira e Ermeo presbitero, ieromartiri
Col. 2,1-7 Lc. 12,2-12

5 – S – Ss. Galazione e Episteme sua consorte, martiri
2Cor. 3,12-18 Lc. 9,1-6

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