22 ottobre 2011

23 OTTOBRE 2011

VI Domenica di S. Luca – S. Giacomo apostolo e ieromartire, primo vescovo di Gerusalemme – Giornata Missionaria Mondiale


TROPARI

Della Domenica: Ote katìlthes pros ton thànaton, i zoì athànatos, tòte ton àdhin enèkrosas ti astrapì tis Theòtitos; òte dhe ke tus tethneòtas ek ton katachtonìon anèstisas, pàse e dhinàmis ton epuranìon ekràvgazon: Zoodhòta Christè, o Theòs imòn, dhòxa si.

Del Santo: Os tu Kirìu mathitìs anedhèxo, Dhikèe, to Evanghèlion, os Màrtis èchi sto aparàtrepton, tin parrisìan os Adhelfòtheos, to presvèvin os Ieràrchis. Prèsveve Christò to Theò sothìne tas psichàs imòn.

Della titolare della Parrocchia: En ti ghennìsi tin parthenìan efìlaxas, en ti kimìsi ton kòsmon u katèlipes, Theotòke. Metèstis pros tin zoìn, Mìtir ipàrchusa tis zoìs ke tes presvìes tes ses litrumèni ek thanàtu tas psichàs imòn.

Kontàkion: O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Thèu, sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo: in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànios.

EPISTOLA (Gal. 1,11-19)

Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore.

VANGELO (Lc. 8,26-39)

In quel tempo Gesù andò nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri. Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: “Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!”. Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell’uomo. Molte volte infatti s’era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. Gesù gli domandò: “Qual è il tuo nome?”. Rispose: “Legione”, perché molti demòni erano entrati in lui. E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell’abisso.
Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. I demòni uscirono dall’uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò. Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi. La gente uscì per vedere l’accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l’uomo dal quale erano usciti i demòni vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da spavento. Quelli che erano stati spettatori riferirono come l’indemoniato era stato guarito. Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito su una barca, tornò indietro. L’uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: “Torna a casa tua e racconta quello che Dio ti ha fatto”. L’uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli aveva fatto.

6a SETTIMANA DI SAN LUCA

24 – L – S. Areta megalomartire e compagni
Fil. 2,12-16a Lc. 10,22-24

25 – M – Ss. Marciano e Martirio, martiri e notari
Fil. 2,16c-23 Lc. 11,1-10

26 – M – S. DEMETRIO MEGALOMARTIRE, EFFUSORE DI UNGUENTO PROFUMATO, PATRONO DELLA NOSTRA EPARCHIA – Memoria del terremoto del 740
2Tim. 2,1-10 Gv. 15,17-16,2

27 – G – S. Nestore martire
Fil. 3,1-8 Lc. 11,14-23

28 – V – Ss. Terenzio e Neonilla, martiri – S. Stefano il sabaita, poeta
Fil. 3,8b-19 Lc. 11,23-26

29 – S – S. Anastasia la romana, martire – S. Abramo
2Cor. 1,8-11 Lc. 8,16-21

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