26 novembre 2011

27 NOVEMBRE 2011
XIII Domenica di S. Luca
S. Giacomo il persiano, megalomartire

TROPARI

Della Domenica: Katèlisas to Stavrò su ton thànaton; inèoxas to listì ton Paràdhison; ton Mirofòron ton thrìnon metèvales, ke ti sis Apostòlis kirìttin epètaxas: òti anèstis, Christè o Theòs, parèchon to kòsmo to mèga èleos.

Del Santo: O màrtis su Kìrie, en ti athlìsi aftù to stèfos ekomìsanto tis aftharsìas ek su tu Theù imòn; èchon gar tin ischìn su, tus tirànnus kathìlen, èthravse ke dhemònon ta anìschira thràsi; aftù tes ikesies, Christè o Theòs, sòson tas psichàs imòn.

Della titolare della Parrocchia: En ti ghennìsi tin parthenìan efìlaxas, en ti kimìsi ton kòsmon u katèlipes, Theotòke. Metèstis pros tin zoìn, Mìtir ipàrchusa tis zoìs ke tes presvìes tes ses litrumèni ek thanàtu tas psichàs imòn.

Kontàkion: I Parthènos sìmeron ton proeònion Lògon en spileò èrchete apotekìn aporrìtos; Chòreve i ikumèni, akutisthìsa dhòxason metà Anghèlon ke ton Pimènon vulithènda epofthìne Pedhìon nèon, ton proèonon Thèon.

EPISTOLA (Ef. 2,14-22)

Fratelli, Cristo è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.
Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.

VANGELO (Lc. 18,18-27)

In quel tempo un uomo si avvicinò a Gesù per interrogarlo e disse: “Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?”. Gesù gli rispose: “Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio. Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre”. Costui disse: “Tutto questo l’ho osservato fin dalla mia giovinezza”. Udito ciò, Gesù gli disse: “Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi”. Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco.
Quando Gesù lo vide, disse: “Quant’è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio! È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio”. Quelli che ascoltavano dissero: “Allora chi potrà essere salvato?”. Rispose: “Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio”.

MEGALINARIO

Megàlinon, psichì mu, tin timiotèran ke endhoxotèran ton àno Stratevmàton. Mistìrion xènon orò ke paràdhoxon: uranòn to spìleon; thrònon cheruvikòn tin Parthènon; tin fàtnin chorìon en o aneklìthi o achòritos Christòs o Thèos; on animnùndes megalìnomen.

Al posto di “Ii to ònoma…” si canta:

Christòs ghennàte dhoxàsate; Christòs ex uranòn, apandìsate; Christòs epì ghis, ipsòthite. Àsate to Kirìo, pàsa i ghi, ke en effrosìni animnìsate, laì, oti dhedhòxaste.

11a SETTIMANA DI SAN LUCA

28 – L – S. Stefano il giovane – S Irenarco martire
2Tes. 1,1-10 Lc. 19,37-44

29 – M – Ss. Paramono e Filomeno, martiri
2Tes. 1,10b-2,2 Lc. 19,45-48

30 – M – S. Andrea apostolo, il primo chiamato
1Cor. 4,9-16 Gv. 1,35-51

1 – G – S. Naum profeta
2Tes. 2,13-3,5 Lc. 20, 9-18

2 – V – S. Abacuc profeta
2Tes. 3,6-18 Lc. 20,19-26

3 – S – S. Sofonia profeta
Gal. 3,1-10 Lc. 12,32-40

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