28 novembre 2009

Domenica 29 Novembre 2009

XIII Domenica di S. Luca – S. Paramono martire – S. Filomeno

TROPARI

Della Domenica: Tu lìthu sfraghisthèndos ipò tòn Iudhèon ke stratiotòn filassònton tòn achrandòn su sòma, anèstis triìmeros, Sotìr, dhorùmenos to kosmo tin zoìn; dhià tùto e dhinàmis tòn uranòn evòon si, Zoodhòta: Dhòxa ti anastàsi su, Christè; dhòxa ti vasilìa su; dhòxa tì ikonomìa su, mòne filànthrope.

Della titolare della Parrocchia: En ti ghennìsi tin parthenìan efìlaxas, en ti kimìsi ton kòsmon u katèlipes, Theotòke. Metèstis pros tin zoìn, Mìtir ipàrchusa tis zoìs ke tes presvìes tes ses litrumèni ek thanàtu tas psichàs imòn.

Kontàkion: I Parthènos sìmeron ton proeònion Lògon en spileò èrchete apotekìn aporrìtos; Chòreve i ikumèni, akutisthìsa dhòxason metà Anghèlon ke ton Pimènon vulithènda epofthìne Pedhìon nèon, ton proèonon Thèon.

EPISTOLA (Ef. 5,9-19):
Fratelli, il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente, poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare. Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce. Per questo sta scritto: “Svégliati, o tu che dormi, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà”. Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi; profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò inconsiderati, ma sappiate comprendere la volontà di Dio. E non ubriacatevi di vino, il quale porta alla sfrenatezza, ma siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore.

VANGELO (Lc. 18,18-27):
In quel tempo un uomo si avvicinò a Gesù per interrogarlo e disse: “Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?”. Gesù gli rispose: “Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio. Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre”. Costui disse: “Tutto questo l’ho osservato fin dalla mia giovinezza”. Udito ciò, Gesù gli disse: “Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi”. Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco. Quando Gesù lo vide, disse: “Quant’è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio! È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio”. Quelli che ascoltavano dissero: “Allora chi potrà essere salvato?”. Rispose: “Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio”.

MEGALINARIO

Megàlinon, psichì mu, tin timiotèran ke endhoxotèran ton àno Stratevmàton. Mistìrion xènon orò ke paràdhoxon: uranòn to spìleon; thrònon cheruvikòn tin Parthènon; tin fàtnin chorìon en o aneklìthi o achòritos Christòs o Thèos; on animnùndes megalìnomen.

Al posto di “Ii to ònoma…”:

Christòs ghennàte dhoxàsate; Christòs ex uranòn, apandìsate; Christòs epì ghis, ipsòthite. Àsate to Kirìo, pàsa i ghi, ke en effrosìni animnìsate, laì, oti dhedhòxaste.

Commento al Vangelo:
Il racconto del ricco che interroga Gesù è sostanzialmente un dialogo: dapprima Gesù risponde al ricco che lo interroga (18,19), poi il suo discorso si allarga a tutti gli ascoltatori (18,26). Infine la sua parola è rivolta al discepolo. L’insegnamento riguarda tutti, ma in particolare Gesù pensa ai suoi discepoli. In questione è il distacco per la sequela e dunque, ancora una volta, si tratta di una riflessione sulla ricchezza. Nel racconto si assiste però a un capovolgimento, che segnala una delle cose più importanti che il discepolo è chiamato a comprendere. Non un distacco ma un guadagno, non un lasciare ma un trovare. La domanda sulle condizioni per ereditare la vita eterna non è certo nuova. Gli alunni la ponevano ai loro maestri: era un punto di discussione e di confronto tra opinioni teologiche diverse. Se il ricco si attendeva da Gesù un’opinione nuova, è rimasto certamente deluso, perché Gesù lo rinvia, infatti, ai comandamenti che già conosce. Può sorprendere il fatto che vengano elencati solo i comandamenti che riguardano il prossimo. E il primato di Dio? In realtà questo primato è già stato affermato con l’espressione iniziale di Gesù: “Nessuno è buono tranne Dio”. Il ricco si dichiara giusto e osservante (18,21), ma la sequela richiede qualcosa di più: “Ancora una cosa ti manca” (18,22). Gesù invita alla sequela un uomo giusto, anche il giusto, infatti, ha un distacco da fare. Luca ne sottolinea, come è sua abitudine, la radicalità: “Vendi tutto quello che hai”, e poi precisa: “Distribuiscilo ai poveri”. Si lascia tutto per condividerlo, il discepolo non è chiamato alla povertà ma alla fraternità. È probabile che Luca, introducendo il verbo “diadidonai” (distribuire), pensi ai tratti di vita comunitaria da lui descritti negli Atti degli Apostoli (2,44-45; 4,34-35). Di fronte all’invito di Gesù, il notabile se ne va “triste”. La molta ricchezza gli impedisce di cercare ciò che gli manca. Anche questo è un pericolo della ricchezza: non lascia spazio di tempo e di libertà per la sequela. Di certo anche se ricchi si può essere giusti, più difficilmente però si può essere discepoli. Il discorso di Gesù ora si allarga e riguarda tutti, ascoltatori e discepoli: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno di Dio”. La frase è paradossale e su di essa sono state scritte molte pagine. Che le parole siano dure, lo si deduce dalla sbigottita domanda degli ascoltatori: “Ma allora chi si può salvare?”. L’uomo no ma Dio può salvare, è questione di fede: ciò che non può essere raggiunto con le proprie forze, può essere raggiunto come un dono. Bisogna cambiare il modo di pensare la via della salvezza.

11a SETTIMANA DI SAN LUCA

30 – L – S. Andrea apostolo, il primo chiamato
1Cor. 4,9-16 Gv. 1,35-51

1 – M – S. Naum profeta
1Tim. 5,11-21 Lc. 19,45-48

2 – M – S. Abacuc profeta
1Tim. 5,22-6,11a Lc. 20,1-8

3 – G – S. Sofonia profeta
1Tim. 6,17-21 Lc. 20, 9-18

4 – V – S. Barbara megalomartire – S. Giovanni Damasceno
Gal. 3,23-4,5 Mc. 5,24-34

5 – S – S. Saba il santificatoGal. 5,22-6,2 Mt. 11,27-30

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