8 novembre 2009

DOMENICA 8 NOVEMBRE2009

VII Domenica di S. Luca – Sinassi dei condottieri supremi Michele e Gabriele, e delle altre potenze incorporee – Giornata del Ringraziamento

TROPARI

Della Domenica: Anghelikè Dhinàmis epì to mnìma su, ke i filàssondes apenekròtisan; ke ìstato Marìa en to tàfo zitùsa to àchrandòn su sòma. Eskìlefsas ton Adhin mi pirasthìs ip’aftù, ipìndisas ti Parthèno, dhorùmenos tin zoìn. O anastàs ek ton nekròn, Kìrie, dhòxa si.

Dei condottieri supremi: Ton uranìon stratiòn Archistràtighi, dhisopùmen imàs imìs i anàxii, ìna tes imòn dheìsesi tichìsite imàs, skèpi ton pterìgon tis aìlu ìmon dhòxis frurùndes imàs prospìptontas ektenòs ke voòndas: Ek ton kindhìnon litròse imàs, os taxiàrche ton àno Dhinàmeon.

Della titolare della Parrocchia: En ti ghennìsi tin parthenìan efìlaxas, en ti kimìsi ton kòsmon u katèlipes, Theotòke. Metèstis pros tin zoìn, Mìtir ipàrchusa tis zoìs ke tes presvìes tes ses litrumèni ek thanàtu tas psichàs imòn.

Kontàkion: O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Thèu, sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo: in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànios.

EPISTOLA (Eb. 2,2-10):

Fratelli, se la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto giusta punizione, come potremo scampare noi se trascuriamo una salvezza così grande? Questa infatti, dopo essere stata promulgata all’inizio dal Signore, è stata confermata in mezzo a noi da quelli che l’avevano udita, mentre Dio testimoniava nello stesso tempo con segni e prodigi e miracoli d’ogni genere e doni dello Spirito Santo, distribuiti secondo la sua volontà. Non certo a degli angeli egli ha assoggettato il mondo futuro, del quale parliamo. Anzi, qualcuno in un passo ha testimoniato: Che cos’è l’uomo perché ti ricordi di lui o il figlio dell’uomo perché tu te ne curi? Di poco l’hai fatto inferiore agli angeli, di gloria e di onore l’hai coronato e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi. Avendogli assoggettato ogni cosa, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Tuttavia al presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. Però quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo ora coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.
Ed era ben giusto che colui, per il quale e del quale sono tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza il capo che li ha guidati alla salvezza.

Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nel più alto dei cieli.

Lodatelo voi tutti sui angeli; lodatelo voi tutte sue schiere.

VANGELO (Lc. 8,41-56):
In quel tempo venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga; gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, perché aveva un’unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno. Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscita a guarire, gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. Gesù disse: “Chi mi ha toccato?”. Mentre tutti negavano, Pietro disse: “Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia”. Ma Gesù disse: “Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me”. Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l’aveva toccato, e come era stata subito guarita. Egli le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata, va’ in pace!”. Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: “Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro”. Ma Gesù che aveva udito rispose: “Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata”. Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all’infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: “Non piangete, perché non è morta, ma dorme”. Essi lo deridevano, sapendo che era morta, ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: “Fanciulla, alzati!”. Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all’istante. Egli ordinò di darle da mangiare. I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.


Commento al Vangelo:
Ancora il tema della fede emerge in questi due miracoli, alla donna Gesù dice: “La tua fede ti ha salvata”, al padre della fanciulla morta dice: “Soltanto abbi fede e sarà salvata”. Aver fede è riconoscere la propria impotenza e, al tempo stesso, riconoscere che la potenza del Signore può salvare. La fede è il rifiuto di contare su di sé per contare unicamente su Dio. La legge ebraica dichiarava impura una donna che aveva perdita di sangue, e impuro diventava tutto ciò che essa toccava. Una donna da evitare, dunque. Col gesto di toccare la veste di Gesù, essa chiede la guarigione e Gesù gliela concede strappandola dall'anonimato in cui lei voleva rimanere. Rendendo pubblico il suo gesto, Gesù vuole che si sappia che per lui quella donna non è impura. La donna ha chiesto la guarigione, Gesù le offre anche l’accoglienza, un dono che la donna non avrebbe mai osato chiedere, perché implicava il superamento di una legge ritenuta inviolabile. Chiedendolo, sarebbe stato come invitare Gesù a fare qualcosa di illecito. Rileggendo l’episodio della risurrezione della figlia di Giairo, ci si accorge che la parola chiave è detta da Gesù: “La bambina non è morta ma dorme”. Per il credente la morte è un sonno in attesa della risurrezione: “Bambina alzati”: egheiro, alzarsi, è il verbo della risurrezione. Con qualche sorpresa Gesù dice ai parenti della bambina di non raccontare a nessuno l’accaduto. È il segreto messianico, di cui parla molto il vangelo di Marco, ma che è presente, sia pure sommessamente, anche in Luca. Gesù teme di essere frainteso. Non bastano i miracoli per comprendere chi Egli sia. Per capire gli stessi miracoli nel loro vero e profondo significato occorre aspettare la Croce.

8a SETTIMANA DI SAN LUCA

9 – L – Ss. Onesiforo e Porfirio, martiri – S. Matrona – S. Teoctista di Lesbo
1Tes. 2,20-3,8 Lc. 12,13-15.22b-31

10 – M – Ss. Olimpas, Rodione, Sosipatro, Terzo, Erasto e Quarto, apostoli – S. Oreste martire
1Tes. 3,8b-13 Lc. 12,42-48

11 – M – Ss. Mena, Vincenzo, Vittore e Corona, martiri – S. Teodoro Studita, confessore – S. Bartolomeo da Rossano
Gal. 5,22-6,2 Mt. 11,27-30

12 – G – S. Giovanni l’elemosiniere, arcivescovo di Alessandria – S. Nilo
2Cor. 9,6-11 Lc. 13,1-9

13 – V – S. Giovanni Crisostomo, arcivescovo di Costantinopoli
Eb. 7,26-8,2 Gv. 10,9-16

14 – S – S. Filippo apostolo
Atti 8,26-39 Gv. 1,43-51

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